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Immagine del redattoreMaria Grazia

E di nemica ella divenne amante

Torquato Tasso, Gerusalemme liberata, canto 14, LXVII


Un bellissimo ciclo di quattro tele di Giambattista Tiepolo (1696-1770), commissionato dalla famiglia Corner per il suo palazzo veneziano, è ora conservato nell’Art Institute di Chicago. I dipinti Illustrano uno degli episodi più noti del poema del Tasso: l’amore tra la maga Armida e il guerriero crociato Rinaldo.

Giambattista Tiepolo, Armida incontra Rinaldo addormentato, 1742-45, Art Institute di Chicago


Il primo dipinto raffigura il momento in cui Armida guarda Rinaldo addormentato e, invece di cogliere una facile occasione per eliminare un suo nemico, si innamora di lui.

Tiepolo ha ideato una disposizione dei personaggi particolarmente efficace. Rinaldo giace in mezzo a un prato, senza armatura e privo dell’elmo; ha solo vicino a sé lo scudo che sorregge con una mano. Il suo abbandono è completo. Ben diversa è la descrizione di Armida. La vediamo arrivare dall’alto, su una sorta di carro volante, accompagnata da un’ancella e da Cupido. Quanto è immobile la parte relativa al cavaliere, tanto vivace è quella dove appare Armida. In questo momento la donna è la figura dominante della storia. Tutto si muove intorno a lei: un nastro, i vestiti e quel magnifico drappo “rosa Tiepolo” gonfiato dal vento, che l’avvolge di una calda luce. É bella e sensuale: scoperto il seno e le bianche braccia, una gamba sfuggita dalle vesti, si presenta a noi come la maga dominatrice che è. Guarda a lungo il giovane addormento e in lei svanisce ogni sentimento di odio per il nemico. Come dice il Tasso con magnifica sintesi: “… e di nemica ella divenne amante”.

Giambattista Tiepolo, Rinaldo e Armida nel giardino, 1742-45, Art Institute di Chicago

Nel secondo dipinto siamo nel pieno degli amori felicemente ricambiati. Anche questa volta è Armida la padrona della scena. Non esita ad esporre le belle forme e a rimirarsi in uno specchio. Rinaldo non ha occhi che per lei.

Tiepolo ce lo mostra di spalle, questa volta con l’armatura. Dall’abbandono del suo corpo siamo in grado di capire quanto egli sia preso da un incantesimo, forse dovuto più al fascino di Armida che alle sue arti magiche.

La scena è turbata dalla presenza di due cavalieri, seminascosti da un muretto, che stanno osservando gli amanti. Sono stati inviati per riportare Rinaldo ai suoi doveri militari e interrompere la storia d’amore.



Giambattista Tiepolo, Armida abbandonata da Rinaldo 1742-45, Art Institute di Chicago

I due messaggeri riescono a ricondurre Rinaldo sulla retta via e Armida viene abbandonata. La scena è divisa in due parti. A sinistra un boschetto, una colonna spezzata, il gelido candore di una roccia e a terra Armida che tende invano la mano a Rinaldo. A destra una marina con un’imbarcazione che attende l’eroe. Si è rovesciata la situazione del primo episodio. Rinaldo ha riacquistato la sua virtù e sta eretto in posizione dominante, come se fosse fiero della decisione presa, ma i due compagni, timorosi che possa ancora cedere ai richiami dell’amante, lo stringono da presso e, con fare opprimente e coercitivo, lo invitano a partire. Negli occhi abbassati del giovane, che vediamo di fronte per la prima volta, Tiepolo ha colto tutto il peso di questa separazione.

Giambattista Tiepolo, Rinaldo e il mago di Ascalona, 1742-45, Art Institute di Chicago


Il quarto episodio raffigura il Mago di Ascalona che mostra a Rinaldo, grazie a uno scudo magico, la storia della sua famiglia, per esortarlo a essere degno continuatore delle virtù degli avi. Mentre il mago parla, il giovane guerriero ha più l’aria rassegnata che convinta. Mi sembra questo il dipinto più debole della serie. Il mago recita a perfezione il suo ruolo di educatore col gestire autorevole da vecchio sapiente, Rinaldo ha un corpo eccessivamente allungato, la testa piccola e in definitiva un atteggiamento passivo.

Un ciclo come questo aveva un intento didascalico soprattutto per i giovani della famiglia committente. Voleva dire: non lasciarti sedurre dalle lusinghe di amori proibiti, resta fedele alla tua famiglia, alla tua classe sociale, cerca di essere degno dei tuoi antenati.

Giambattista Tiepolo, che aveva allestito le più belle favole nelle case patrizie, affronta questo soggetto si direbbe con gioiosa spensieratezza, disponendo i personaggi con attenta regia, e utilizzando i suoi colori più limpidi, i cieli sereni percorsi da nuvole leggere, la sapienza del disegno e la sua umana partecipazione

Ho utilizzato il virgolettato “rosa Tiepolo” prendendolo a prestito da Roberto Calasso, che attribuisce la definizione a Proust. Il suo libro (Rosa Tiepolo, Adelphi, 2006) mi è sembrato molto utile per capire l’arte del pittore, anche nei suoi aspetti più segreti, come le incisioni dei Capricci e Scherzi di fantasia.


 

Riferimenti ed opere citate:

  • Torquato Tasso, Gerusalemme liberata

  • Giambattista Tiepolo, Armida incontra Rinaldo addormentato, 1742-45, Art Institute di Chicago

  • Giambattista Tiepolo, Rinaldo e Armida nel giardino, 1742-45, Art Institute di Chicago

  • Giambattista Tiepolo, Armida abbandonata da Rinaldo 1742-45, Art Institute di Chicago

  • Giambattista Tiepolo, Rinaldo e il mago di Ascalona, 1742-45, Art Institute di Chicago

  • Roberto Calasso, Rosa Tiepolo, (Adelphi, 2006)


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