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Immagine del redattoreMaria Grazia

L'eleganza del riccio, o della "Natura morta"

Aggiornamento: 13 gen 2021

Il romanzo di Muriel Barbery (Edizioni e/o, 2007) è ambientato a Parigi e in particolare in un grande palazzo signorile sul quale vigila, attenta ma discreta, una portinaia, di nome Renée. Il libro ha avuto un grande successo quando è stato pubblicato in Italia, perciò non mi soffermo sulla trama. Dirò soltanto che a un certo punto la protagonista fa la conoscenza di un nuovo inquilino, un giapponese, elegante e dai modi squisiti. Tra i due nasce una certa amicizia tanto che una sera il giapponese, Monsieur Ozu, invita Renée a cene a casa sua.

Appena entrata Renée viene attratta da un quadretto appeso alla parete (p. 192 e seguenti):

“É una natura morta che raffigura una tavola imbandita per una merenda leggera con ostriche e pane. In primo piano, su un piatto d’argento, un limone sbucciato a metà e un coltello col manico cesellato. Sullo sfondo due ostriche chiuse, lo spiraglio di una conchiglia da cui si intravede la madreperla e un piatto di peltro che forse contiene del pepe. Tra i due un bicchiere riverso, una piccola pagnotta che mostra la sua mollica bianca e, sulla sinistra, un calice bombato come una cupola rovesciata, con la base larga e cilindrica ornata di goccette di vetro, e riempito per metà di un liquido pallido e dorato. La gamma cromatica va dal giallo all’ebano. Lo sfondo è in oro opaco un po’ sporco”.

Renée ha riconosciuto lo stile di Pieter Claesz, un pittore olandese del secolo XVII.

Ho cercato a lungo il quadro che Renée descrive con tanta precisione, ma non l’ho trovato. Gli elementi disposti sul tavolo ci sono tutti nella produzione del pittore, ma disseminati nelle sue diverse opere. Mai tutti insieme, oppure in posizioni diverse da quelle descritte.

Se quel quadro esiste spero di trovarlo un giorno. Intanto mi consolo con alcune opere del pittore, quelle più povere di oggetti, dove meglio si circola, potendo godere di quell’aria rarefatta.

Pieter Claesz (1597-1661) Natura morta con ostriche, circa 1633

Staatliche Kunstsammlungen, Kassel


L’assenza di presenze umane è solo apparente. Qualcuno ha steso una tovaglietta che non copre neppure tutto il piano del tavolo e vi ha disposto ordinatamente gli oggetti necessari per uno spuntino. Ostriche, pane e un bicchiere di birra. C’è anche un grosso oggetto di peltro che funge da saliera e un cartoccio di carta arrotolato a imbuto, che contiene del pepe. Il limone è stato in parte sbucciato e una grossa coppa è stata rovesciata. C’è silenzio e attesa.

Gli oggetti si rispondono l’un l’altro, armonia di forme curve e di volumi essenziali. I colori sono limitati a una gamma di bruni e grigi tra i quali risplendono le luci riflesse dal bicchiere dove si specchiano le finestre dello studio.

Esistono numerose varianti di questo soggetto. Voglio invece soffermarmi su un’opera davvero interessante, una Vanitas.

Questo termine ha un valore morale: invita lo spettatore e l’autore stesso a non attaccarsi troppo ai beni terreni fossero anche piaceri intellettuali, perché tutto passa. Come dice l’Ecclesiaste:

“Vanità delle vanità, dice Qoèlet/ vanità delle vanità tutto è vanità. /Quale utilità ricava l’uomo da tutto l’affanno/ per cui fatica sotto il sole?”.

Ecco allora che davanti a un teschio ben nascosto si dispongono gli oggetti che alludono ai piaceri della musica e della lettura mentre un orologio e una lucerna ricordano che il tempo passa in fretta. A sinistra una grande sfera di vetro (o una bolla di sapone?) riflette lo studio del pittore e lo stesso Claesz che guarda verso di noi. L’occhio attento del pittore coglie i più minuti particolari degli oggetti e dell’ambiente raffigurato. La luce si diffonde calda sul legno del violino, trae riflessi dal bicchiere rovesciato, rivela la qualità materica della lucerna e dell’orologio. In fondo a un’audace prospettiva siede meditando il pittore.

Pieter Claesz, Vanitas. Natura morta con violino e sfera di vetro, 1628

Germanisches Nationalmuseum, Norimberga

 

Riferimenti ed opere citate:

  • L'Eleganza del Riccio, Muriel Barbery (Edizioni e/o, 2007)

  • Pieter Claesz (1597-1661) Natura morta con ostriche, circa 1633, Staatliche Kunstsammlungen, Kassel

  • Pieter Claesz, Vanitas. Natura morta con violino e sfera di vetro, 1628, Germanisches Nationalmuseum, Norimberga


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