William Turner (1775-1851) è stato un famoso pittore inglese, autore di numerosi dipinti e di migliaia di acquerelli, ma c’è un’opera che ha finito per imporsi presso il grande pubblico come emblematica dell’arte del Maestro: La valorosa Téméraire (National Gallery, Londra).
William Turner, La valorosa Téméraire, 1838, National Gallery, Londra
Il quadro fu dipinto nel 1838, lo stesso anno in cui la nave da guerra, famosa per aver garantito la copertura dell’ammiraglia Victory, in occasione della battaglia di Trafalgar, venne avviata alla demolizione.
Priva delle vele, del sartiame e della potente artiglieria, di cui era dotata in origine, la nave risale ora il Tamigi, trainata da un rimorchiatore. Il tramonto del sole, con i suoi lunghi bagliori rossi sull’acqua, allude non solo alla fine della nave, ma anche ad un altro tramonto. Sono lontani i giorni della guerra contro Napoleone, molti sono stati i morti, spesso ormai dimenticati, i pochi sopravvissuti sono vecchi. Il tramonto raffigurato da Turner non ha solo una valenza estetica, ma allude alla fine di un mondo.
La nave avanza, panciuta, goffa, ostentando ancora le sue candide fiancate bordate d’oro. É forte il contrasto con il rimorchiatore piccolo e nero, ma animato da una nuova energia, quella del motore. Anche in questo caso un mondo è finito. La gloriosa flotta inglese, che aveva solcato mari e oceani per tre secoli, sta cambiando volto. La modernità si presenta meno elegante, ma più efficiente.
Il senso di una transizione tra vecchio e nuovo, tra vecchiaia e gioventù, tra metodi superati e metodi moderni è stato colto dal regista di Skyfall, Sam Mendes, (2012) quando ha ambientato l’incontro tra il vecchio James Bond e Q, alla National Gallery, proprio davanti al quadro di Turner. Una scelta geniale, forse non compresa e apprezzata da tutti gli spettatori.
La Valorosa Téméraire compare anche, di sfuggita, nel film L’età dell’innocenza, (regia di Martin Scorsese 1993), tratto dall’omonimo romanzo di Edith Wharton. Se non ricordo male, si trova nel salotto della contessa Olenska, luogo di incontri e di amori impossibili.
Mike Leigh, regista del film dedicato al Maestro, Turner, del 2017, ha scelto di raffigurare il pittore in atto di dipingere la gloriosa nave. Anche qui il quadro ha un ruolo centrale come se fosse lo specchio dell’anima di Turner.
La ricostruzione degli ambienti è abbastanza fedele. C’è una scena nel film che mostra Turner nello studio, che è ripresa alla lettera da un acquerello realizzato a Petworth House, residenza di Lord Egremont, dove Turner tra il 1830 e il 1837 passava lunghi periodi. Numerosi acquerelli realizzati in quegli anni sono ora conservati presso la Tate Gallery di Londra.
Messi a raffronto, il fotogramma del film e l’acquerello, notiamo subito che la bella finestra centinata che nell’Ottocento era chiusa da una vetrata che ne sottolineava la curvatura, ora ha una vetrata banale, a riquadri. In Turner da quella finestra entrava una luce azzurra che si diffondeva per tutta la stanza. Le tre donne erano presenze discrete, appena accennate. Il sofà rosso era l’unico elemento forte nella sobrietà tonale dell’insieme. Nel film tutto è rivelato, tutto è in piena luce, è sparita l’atmosfera delicata della vecchia casa, direi che manca anche il silenzio e la concentrazione del pittore.
La pittura di Turner allude sempre, non descrive, evoca. A questo proposito mi piace ricordare almeno uno dei bellissimi acquerelli che Turner eseguì a Venezia.
William Turner, Tempesta, Venezia 1840, The British Museum, Londra
Su di una distesa grigia, dove non si distingue il mare dal cielo, avanza una gondola. Sono pochi tratti neri, eppure è senza dubbio una gondola. Sentiamo anche che c’è una tempesta in arrivo e che nel mare già si alzano creste di schiuma, tanto che i gondolieri faticano a condurre la loro imbarcazione. All’orizzonte casamenti, chiese, qualche cupola.
Una delle più suggestive evocazioni di Venezia, che io conosca.
Riferimenti ed opere citate:
William Turner, La valorosa Téméraire, 1838, National Gallery, Londra
Skyfall, Sam Mendes, (2012)
L’età dell’innocenza, (regia di Martin Scorsese 1993)
William Turner, Tempesta, Venezia 1840, The British Museum, Londra
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