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Immagine del redattoreMaria Grazia

Un muro a Napoli

Aggiornamento: 13 set 2021


Thomas Jones, Un muro a Napoli, Londra, National Gallery


Quasi sconosciuto fino a pochi decenni fa, Thomas Jones ( 1742-1803) appare oggi come uno degli artisti più geniali tra quanti vennero in Italia da ogni parte d'Europa per studiare e lavorare. nel nostro Paese.

Era originario del Galles e aveva studiato a Londra con il pittore paesaggista Richard Wilson. Il soggiorno italino durò dal 1776 al 1783 e si divise tra Roma e Napoli.

Gli anni napoletani (1780- 83) furono dal punto di vista artistico, i più felici, anche se il pittore visse socialmente isolato non avendo trovato appoggi nelle classi più agiate della città e neppure nella piccola comunità di stranieri.

Nel 1954 i suoi dicendenti presentarono a un'asta londinese una cinquantina di dipinti, acquerelli, disegni di quel lontano antenato e subito fu una rivelazione.

Trascurando gli aspetti più pittoreschi di Napoli che erano i soggetti preferiti dei pittori e degli acquirenti, Jones amava soffermrsi sulle architetture povere, dai muri sbrecciati, su case popolari dalle molte finestre chiuse, sulla vegetazione incolta, su di una cupola che spuntava da lontano tra i tetti.

Una delle opere più note di questo periodo è quella che presento, fatta di niente: un muro, una finestra, della biancheria stesa, un cielo terso di un azzurro intenso.

Si sente che il pittore ha amato ogni singolo tratto dell'intonaco cadente, ogni mattone, ogni buca pontaia e soprattutto quel panno bianco, che è il vero centro dell'opera, l'asse luminoso che tiene in equilibrio tutto l'insieme. Tutta la superficie di quel muro varia continuamente per segnalare ogni discontinuità. Oltre all'intonaco sgretolato, ci sono gore lasciate dall'acqua piovana, altre dovute a scarichi domestici.

Non erano cose che potevano piacere a chi desiderava portare a casa un souvenir del Golfo. Thomas Jones stesso si sentiva " ...born of the due Time".

Di fatto molte sue opere napoletane sono più vicine all poetica del nostro Morandi che a quella dei paesaggisti del Settecento



Alcuni anni fa a Napoli, in visita al museo Madre, mi sono affacciata a una finestra in fondo a un corridoio. Davanti a me c'era un muro, il muro di Jones! La prima impressione è stata subito cancellata da un'osservazione più attenta. Finestre disposte a casaccio, infissi e persiane di materiali incongrui, sopraelevazioni certamente arbitrarie e decisamente brutte. Ma il muro, se non quello di Jones, era certo molto simile.

Era solo un vecchio muro anche questo,ma gli abusi edilizi l'avevano deturpato senza rimedio. E questo non è che un piccolo esempio di tanto scempio che si è fatto.


Ma torniamo al nostro pittore! Per chi non lo conosce pubblico qualca altra immagine:

Thomas James,, Case a Napoli, National Museum of Wales,

Thomas Jones, Terrazza a Napoli vicino a Castel Nuovo, Cardiff, National Museum

Thomas Jones, Edifici in rovina a Napoli, Swansea, Art Gallery


Thomas Jones, La Cappella Nuova fuori della Porta di Chiaia, Londra, Tate Gallery


Segnalo sull'argomento e in generale sui pittori del Grand Tour un libro molto bello di Anna Ottani Cavina, Terre senz'ombra, Adelphi,2015

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